Il nostro cammino di fede con la samaritana

Lunga è la conversazione  di Gesù con questa donna  senza nome, presso il  pozzo. Certo, Gesù  avrebbe potuto con una  parola, un gesto, svelare  la sua identità. E invece prende  tempo, nell’ora più calda del giorno, per accompagnare  il lento, progressivo cammino della donna alla scoperta  del suo misterioso interlocutore. È Gesù che prende  l’iniziativa del dialogo. È sempre Dio che fa il primo  passo e viene alla ricerca di ognuno di noi. Instancabile. La prima reazione della donna, che degli uomini non  doveva avere profonda stima, è di ostilità: riconosce in  Gesù uno straniero, un nemico della sua gente. Da secoli Giudei e Samaritani erano nemici per ragioni  insieme razziali e religiose. I Samaritani avevano  inquinato la purezza del sangue di Abramo  mescolandosi con altre popolazioni e così avevano  smarrito la purezza della fede nel Dio di Abramo.  Bastardi e infedeli, diremmo. Gesù non si lascia vincere  da questa ostilità e riprende il dialogo. Così si avvia il cammino di scoperta di quest’uomo.  Diversi sono i titoli che la donna adopera per designare  il suo interlocutore, quasi intuendo sempre più  profondamente la verità profonda di quell’uomo.  Aveva semplicemente designato Gesù come un giudeo,  un nemico appunto. Ma poi si chiede se quest’uomo  non sia più grande del patriarca Giacobbe. E più avanti  è persuasa di avere di fronte a sé un profeta.  Addirittura, nasce in lei il sospetto che il suo misterioso  interlocutore sia il Messia e alla gente del villaggio dice:  “Venite a vedere: c’è uno che mi ha detto tutto quello  che ho fatto. Non sarà per caso il Messia?”. Al termine  sarà la gente del villaggio a riconoscere: “Questi  veramente il Salvatore del mondo”. Questa pagina di Giovanni, questo lungo dialogo presso  il pozzo, è cammino di fede, è itinerario alla scoperta di Gesù. Il punto di partenza è l‘incontro con la semplice  umanità di quest’uomo. È grazie a questa umanità che  Dio si comunica a noi. Davvero Dio si è fatto accessibile  a noi. È questa la grande legge dell’Incarnazione.  Davvero sorprendente questo Dio così imprevedibile e  inatteso nel modo che ha di comunicarsi a noi. Chi si  aspetta una rivelazione sfolgorante, una apparizione  mirabolante, resterà deluso. E poi le tappe, i momenti  di questa scoperta. Certo non sono mancate nella storia le conversioni  improvvise, folgoranti. Ma normalmente il cammino  della scoperta di Dio, della conversione a Lui conosce i  passi lenti, incerti. C’è una lenta progressione nella  fede come in ogni rapporto davvero umano. Si crede di aver conosciuto una persona e invece, dopo  anni, ci riserva ancora sorprese, perché ogni persona è ricca di una profondità che si scopre a poco a poco,  giorno dopo giorno. Gesù prende tempo per il germinare della fede della  donna. Vuol dire che anche i frammenti possono  essere i passi di questo itinerario. Non disprezziamo i tentativi incerti, possono essere i  passi, i gradini di una lunga ascesa. Non cediamo  all’intolleranza e al fanatismo nei confronti di chi  ancora non è giunto alla pienezza della fede.  Chiediamoci piuttosto: io a che punto sono del mio  cammino di fede? Importante in questo dialogo è l’acqua. La donna era  venuta al pozzo per attingere. E Gesù fa leva su questo bisogno elementare per aprire nella donna un bisogno  più profondo, per farle scoprire una sete che non si  placa con l’acqua del pozzo. Al termine del dialogo la  decisione da parte della donna di raccontare a tutti  questo incontro. E qui l’Evangelista Luca ha una piccola annotazione:  “Lasciata la brocca…”. La brocca era un utensile  necessario nella povera economia domestica per  custodire il bene prezioso dell’acqua; ma quanto è  avvenuto presso il pozzo ha così cambiato la sua vita da  farle dimenticare l’acqua e la brocca per andare,  presto, a chiamare tutti all‘incontro con Gesù. Interlocutrice di questo dialogo è una donna, anzi una  Samaritana. C’è una carica di provocazione in questa scelta di una donna, una donna straniera, una donna  dal passato poco raccomandabile per farne modello esemplare del vero discepolo e prima testimone della fede. Il cammino della fede è aperto a tutti, senza discriminazione alcuna. In questa donna  che non ha nome, tutti possiamo riconoscerci.