Per una catechesi sul “Credo”
«Mi sento di proporre che, come nella Chiesa antica, si offra a tutti la possibilità di ascoltare una spiegazione del Credo, il simbolo della fede che si proclama nella celebrazione eucaristica. In Quaresima spesso si propone il Simbolo Apostolico. Si può pensare che le messe domenicali di Quaresima siano precedute o seguite dalla spiegazione di alcuni articoli del Credo per chi può trattenersi in chiesa per il tempo necessario» (Mario Delpini, Arcivescovo di Milano, dalla Proposta pastorale 2019-2020 La situazione è occasione).
Don Carlo ci aiuterà a concretizzare questo suggerimento del nostro Arcivescovo, attraverso cinque riflessioni sul Credo.
Il Simbolo della fede
Un ragazzo mi ha detto: recitano il Credo di corsa, non rispettano neppure la punteggiatura, ma ci credono? Il rischio che il Credo, recitato insieme, possa apparire come una cantilena, è probabile, anche se l’intenzione sincera, sia pure in un momento di distrazione, è quella di dichiarare la propria fede.
Ma se entrasse in chiesa un non cristiano nel momento della recita del Credo, e ci interrogasse sulle affermazioni che facciamo, non potremmo anche noi trovarci con seri interrogativi? Oggi i dubbi sulla fede sono richiamati nelle conversazioni quotidiane, nei mezzi di comunicazione, nella ormai diffusa non pratica religiosa.
“ Credo…Amen”. Tra queste due affermazioni si raccoglie il Simbolo della fede. Così detto perché serve come segno di riconoscimento del cristiano e di appartenenza alla Chiesa. E’ una sintesi organica che implicitamente abbraccia tutta la Rivelazione… E’ articolato in tre parti che mettono in luce il mistero trinitario e la storia della salvezza: Dio Padre e la creazione, Gesù Cristo e la redenzione, lo Spirito Santo e la santificazione.
“Credo in te… Amen” significano: sono in cammino, sono in conversione e scelgo Te come Via e mi abbandono fedelmente, stabilmente al fondamento di chi è Verità e Vita. Non dico: credo in qualcosa, ma in Te, che ti sei fatto vicino, mi conosci e mi ami.
Mentre recito il Simbolo mi può sorgere la domanda: ma sei Tu? Ricordate anche Giovanni Battista ebbe questo interrogativo. La risposta che mi è donata nella fede dallo Spirito che prega in me: sì, sei Tu Gesù di Nazareth, senso della storia e della mia vita, come dono del Padre che è nei cieli. Preghiamo con calma ricordando la battuta di quel ragazzino.
Categoria: Mons. Carlo Galli, Parrocchia