La preghiera per raccontare la storia
Dall’Omelia dell’Arcivescovo per la Via Crucis di Zona svoltasi a Milano il 15 marzo scorso:
Come si può raccontare una storia? Come si può raccontare una vita? Come si può raccontare del dramma del giusto ingiustamente condannato, dell’uomo mite vigliaccamente trattato con violenza, dell’uomo buono sul quale ha infierito la cattiveria, dell’uomo sincero screditato con false testimonianze, di colui che ha rivelato il volto di Dio accusato di bestemmia, del più bello dei figli degli uomini sfigurato con crudeltà e volgarità? […]
Noi abbiamo scelto di entrare nella storia di Gesù con le parole dei salmi. Abbiamo ritenuto che il modo più penetrante e più vero, che il percorso più intelligente e più necessario fosse la via della preghiera. Riceviamo i salmi dai credenti del popolo di Dio, ci lasciamo condurre dallo Spirito che ha ispirato le parole sante e impariamo a pregare e impariamo che la preghiera insegna lo sguardo giusto per contemplare nell’evento di Gesù, nel tragico compimento della sua missione, la rivelazione gloriosa della verità di Dio. Dio è amore, Gesù rivela l’amore di Dio: nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (Gv 15,13). I salmi sono le preghiere che il popolo di Israele ha scritto per raccontare la sua storia come storia di salvezza; i salmi sono le preghiere che la Chiesa ha raccolto per interpretare la storia di Gesù e la propria storia come storia della fedeltà di Dio alle sue promesse.
[…] La preghiera è una via di sapienza: chi prega insieme con il salmista legge le vicende umane con lo sguardo di Dio. La preghiera è la pedagogia della speranza: chi prega, insieme con il salmista, trasforma il grido di dolore, la voce della protesta, l’interrogativo inquietante nell’affidamento alla potenza di Dio che trae anche dal male il bene, anche dalla morte la vita. La preghiera è esperienza di fraternità: chi prega, insieme con il salmista, condivide la preghiera con i fratelli e le sorelle, con i credenti dei secoli passati, con gli amici di Dio che abitano su tutta la faccia della terra. La preghiera è esercizio di trasfigurazione: chi prega, insieme con il salmista, cammina verso il monte di Dio, compie il pellegrinaggio che fa crescere lungo il cammino il suo vigore, conforma il suo pensiero al pensiero di Cristo, si immerge nella morte di Cristo per risorgere con lui. Noi ci siamo messi in cammino alla sequela di Gesù, sulla via della croce per esprimere il nostro desiderio di professare la fede leggendo la nostra storia alla luce della storia di Gesù e per riconoscere che riusciamo a capirci qualche cosa se rileggiamo la nostra storia nella preghiera.
+ Mario Delpini, Arciv.
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