San Paolo VI e il suo affetto per Milano
Dall’omelia di san Paolo VI, canonizzato domenica scorsa da papa Francesco, nel primo anniversario della sua elezione a Sommo Pontefice (21 giugno 1964):
La domanda è questa: quali vincoli Ci uniscono ancora a Milano? Voi comprendete come la domanda stessa dica la Nostra non sopita sensibilità d’un distacco, che Ci colse all’improvviso e che produsse uno strappo fra i più forti che l’esperienza della Nostra vita, piuttosto varia e discontinua, Ci abbia riservati. Quando infatti il 16 giugno dello scorso anno partimmo dall’aeroporto di Milano non Ci parve affatto saluto di commiato, quello che la cortesia di non poche persone ed autorità presenti Ci suggeriva, ma piuttosto di più vivo desiderio di prossimo incontro. Dobbiamo assicurarvi, cari Milanesi, che Noi avevamo fra voi posto le radici di ogni Nostro affetto. Il proposito enunciato al Nostro ingresso nella Arcidiocesi Ambrosiana, solennemente ripetuto all’inizio della Nostra Visita pastorale, e in ogni occasione poi manifestato e confermato, era quello di consacrare a Milano tutti i giorni, tutte le forze, tutti gli interessi e gli affetti della vita che ancora la Provvidenza Ci avesse concesso di chiamare nostri. Come S. Paolo, Ci sembrava di poter dire: «Voi siete nel Nostro cuore per la vita e per la morte». Perciò la Nostra elezione al Pontificato romano è stata per Noi un distacco molto sentito; e se tante ragioni Ci obbligano a considerare consiglio della divina Provvidenza questa Nostra destinazione al tremendo e sublime ufficio apostolico, e perciò a goderne, sia pure nella confusione e nella oppressione della loro formidabile responsabilità, le misteriose e misericordiose divine intenzioni, ciò non ostante non possiamo non sentirci mancare quanto oramai occupava tutto il Nostro cuore: voi, figli carissimi; voi, venerati fratelli della dilettissima terra ambrosiana! […]
Grande esperienza, grande scuola, grande fortuna è stata per Noi la permanenza fra voi; e a questo proposito una sola conclusione Noi qui vi confideremo: essere cioè codesta Chiesa, dove non invano hanno seminato insegnamenti ed esempi i due Santi Vescovi, giganti di sapienza e di santità, Ambrogio e Carlo, particolarmente benedetta e privilegiata, erede d’una tradizione spirituale d’incomparabile valore, tuttora padrona d’un magnifico patrimonio religioso e morale; e questo diciamo non tanto perché di ciò siate fieri e ambiziosi (che del resto è pur dovere esserlo, quando di tanti benefici si riconosce nella bontà di Dio la sorgente e nella sua gloria lo scopo), ma per un duplice altro motivo: che vi sentiate cioè, dapprima, responsabili di così copiosa dovizia di talenti, e li sappiate con zelo conservare e trafficare; e che poi possiate in ciò scorgere una vocazione all’esempio e alla carità verso la regione lombarda, verso la Nazione italiana, verso la Chiesa intera.
san Paolo VI
Categoria: Chiesa di Milano