La vicinanza del Mistero
Dall’omelia di S.Em. il card. Angelo Scola per la I domenica di Avvento 2011:
La Chiesa, nostra madre, ci prepara a celebrare il Santo Natale, il mistero della venuta nella carne del nostro Salvatore, richiamandoci il mistero della Sua venuta nella gloria. La venuta finale del Signore, che tutti vedranno, sarà il fatto che ricapitola tutte le vicende della storia e del cosmo. Il tempo di Avvento che oggi inizia illumina così ogni istante della nostra vita a partire dalla pienezza dei tempi. Essa già si è compiuta in Gesù Cristo, ma si manifesterà a tutti alla fine e tutti dovranno riconoscerLo.
L’inizio del cammino del nuovo anno liturgico ci richiama quindi la fine. La parola fine ha un duplice significato. Indica nello stesso tempo il termine di un processo ed il suo scopo. In questo caso, parlando della fine dei tempi, Gesù fa allusione al termine e allo scopo di tutto il cammino dell’uomo e della famiglia umana. Possiamo dire che la Chiesa, mettendoci oggi davanti alla fine (termine di ogni cosa), ne svela il fine (scopo). […]
Le tre Letture della Liturgia di oggi […] hanno questo comune denominatore: il presente acquista significato dal suo compimento, dal futuro cui tende. Un compimento certo perché possiamo incominciare a farne esperienza fin da ora. In forza dell’Incarnazione che giunge fino alla Pasqua di Gesù – alla Sua morte, alla risurrezione e al dono dello Spirito Santo – il futuro di Dio è già in atto, qui ed ora , in attesa della sua piena manifestazione. La vita eterna è al di là che è già cominciato quaggiù: l’Eucaristia che stiamo celebrando è infatti il germe della Risurrezione.
Angelo card. Scola
Categoria: Chiesa di Milano