Pellegrinaggio del Santo Padre in terra Santa

PELLEGRINAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO IN TERRA SANTA
IN OCCASIONE DEL 50° ANNIVERSARIO DELL’INCONTRO A GERUSALEMME
TRA PAPA PAOLO VI E IL PATRIARCA ATENAGORA

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Perchè siano una cosa sola

Il motto del pellegrinaggio è “perché siano una cosa sola”. Il Santo Padre ha insistito che il centro del suo pellegrinaggio sarà l’incontro con il patriarca grecoortodosso Bartolomeo di Costantinapoli ed i responsabili delle Chiese di Gerusalemme. Questo per commemorare e rinnovare l’unità espressa da papa Paolo VI e il patriarca Atanagora di Costantinopoli 50 anni fa in Gerusalemme

È un modo di dare forma al desiderio espresso dal Signore durante l’ultima cena: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.” (Giovanni 17,20-23).

Anche il logo esprime questo desiderio di unità, esso ritrae infatti l’abbraccio fra san Pietro e sant’Andrea, i primi due discepoli chiamati da Gesù in Galilea. San Pietro il patrono della Chiesa che si trova a Roma, e San Andrea di quella che si trova a Costantinopoli. A Gerusalemme, la Chiesa madre, si abbracciano. I due apostoli si trovano su una stessa barca, che rappresenta la Chiesa. L’albero maestro di questa barca è la croce del Signore, mentre le vele della barca sono gonfiare dal vento, lo Spirito Santo che dirige la barca nella sua navigazione sulle acque di questo mondo.

L’unità dei cristiani è un messaggio di unità per tutta l’umanità. Una chiamata a superare tutte le divisioni del passato per procedure verso un future di giustizia, pace, riconciliazione perdono e amore fraterno.

 “La popolazione giordana è veramente felice e orgogliosa di poter incontrare questo Papa che ha affascinato il mondo in questi suoi primi quattordici mesi di pontificato. Il Papa ‘degli ultimi’ che desidera una Chiesa ‘povera e per i poveri’. Il Papa della giustizia e della pace, che prega molto per la pace e la giustizia in Siria, in Iraq e in tutto il Medio Oriente”. Così padre Ri’fat Bader, portavoce della Chiesa giordana per la prossima visita di Papa Francesco, presenta la prima tappa del viaggio di tre giorni del Papa in Terra Santa che comincia sabato 24 maggio ad Amman.

“Ad attenderlo – spiega padre Bader – non c’è solo la comunità cristiana giordana, ci saranno molti altri fedeli provenienti da tutto il mondo arabo o da altri paesi. Siamo certi che il Papa pregherà affinché sia assicurata la stabilità e la sicurezza nel nostro Paese. E per conservare quell’unità nazionale che tiene insieme musulmani e cristiani qui in Giordania in un modo esemplare. Ci prepariamo inoltre a pregare assieme ai nostri confratelli rifugiati iracheni e siriani che saranno i benvenuti alla Santa Messa e parteciperanno con le loro famiglie nello stadio della capitale per pregare per la pace e la giustizia. Il primo proposito di tutto il Medio Oriente deve essere infatti quello di pregare insieme al Papa per la pace e la giustizia in tutta la regione e per far tornare la stabilità nelle nostre amate regioni che stanno ancora soffrendo”.

“Siamo orgogliosi che, per iniziativa di Re Abdullah, – prosegue il portavoce della Chiesa giordana per la visita papale – il dialogo fra cristiani e musulmani abbia prodotto frutti positivi nel nostro Paese e consideriamo questa visita del Papa un incoraggiamento a proseguire oltre su questa strada. Un tema centrale che il Re di Giordania e tutto il nostro popolo ha a cuore è l’importanza della popolazione araba cristiana e della necessità che i cristiani restino nelle nostra terra. L’esodo dei cristiani dal Medio Oriente non è infatti dannoso solo per le comunità cristiane stesse, ma anche per la popolazione musulmana, perché i Reali di Giordania e molti altri musulmani stanno lavorando proprio per promuovere un’immagine positiva dell’islam come religione capace di rispettare le altri fedi. E questo è un obiettivo e una preoccupazione comune di Santa Sede e Giordania e sarà promosso in questa imminente visita”.

Fonte: Radio Vaticana

 

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